Intorno agli anni 50 venivano realizzati i primi
trapianti di capelli, con la piacevole sorpresa per pazienti e operatori che l’intervento era non solo possibile, ma definitivo. Infatti i bulbi vengono prelevati da zone (generalmente la nuca) che risultano immune dalla patologia di
caduta dei capelli. Questi capelli conservano anche dopo il prelievo ed il successivo reimpianto la caratteristica di essere immuni dalla patologia della “caduta”. Questa peculiarità presenta anche aspetti negativi, in particolare per problematiche connesse alla c.d. “prima linea” e per le stempiature. Infatti l’attaccatura frontale e le stempiature non restano inalterate nel tempo. Esse si evolvono col passar degli anni, man mano che la persona invecchia. Questo mutamento non avviene con i capelli trapiantati, dal momento che essi sono stati prelevati in zone immune da questa patologia; inoltre,come già detto, conservano questa caratteristica anche dopo il loro prelievo e successivo
reimpianto. Quindi, relativamente alle stempiature e al posizionamento dell’attaccatura frontale dei capelli, occorre trovare un compromesso, un giusto equilibrio, fra le esigenze al momento dell’intervento e quelle che possono essere avvertite man mano che si invecchia. Inizialmente venivano trapiantatati grossi innesti del diametro di circa 3- 4mm contenenti fino a 35 -40 capelli. Man mano le tecniche si perfezionarono sempre di più, passando ad innesti da 15-20 capelli. Ovviamente, il risultato era soddisfacente ma non immune da critiche, in particolare dal punto di vista estetico, i “ciuffetti” trapiantati erano troppo evidenti. Pertanto, negli anni successivi ci fu la corsa al “microinnesto”, ma i risultati furono deludenti. L’intervento si complicava sempre più. Fino a quel momento bastavano due operatori o addirittura una sola persona poteva realizzare l’intervento. Con la corsa al piccolo innesto diventava indispensabile la contemporanea presenza di più persone particolarmente specializzate, abituate a lavorare per diverse ore con binocoli ingranditori. Dopo un trentennio dai primi interventi, viene perfezionato l’autotrapianto follicolare. Con questa tecnica vengono prelevate e quindi trapiantate le singole “unità follicolari”. Queste unità comprendono da 1 a 4 capelli (che formano un gruppo) che inizialmente vengono versa la superficie del cuoio capelluto attraverso un unico canale, per dividersi poi nel tratto finale in modo ogni singolo
capello esce da un distinto orifizio. Con questa tecnica si evita di trapiantare cute senza capelli e poiché ogni unità può contenere da 1 a 4 capelli, mediamente si effettuano molto meno incisioni del numero dei capelli trapiantati. Diminuiscono parallelamente il numero delle crosticine post - intervento. Poiché ogni centimetro quadrato di cute può ospitare circa 70 unità follicolari ed ognuna di esse è costituita da 1 a 4 capelli, saranno presenti dai 150 ai 250 capelli per centimetro quadrato. In pratica si allungano i tempi dell’intervento e quindi cresce il numero delle sedute, con conseguente crescita dei
costi del trapianto di capelli nel suo insieme. Trova generalmente applicazione quando le aree da reinfoltire sono di piccole dimensioni.